Il Governo apre alla limitazione delle responsabilità dei sindaci

Il Governo intende introdurre “un tetto alle responsabilità del collegio sindacale per ipotesi colpose”, in modo da “rendere proporzionata l’esposizione al rischio rispetto al compenso”. Sono parole attese da tempo quelle che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha pronunciato in apertura degli Stati generali dei commercialisti, tenutisi ieri a Roma.

La cornice era quella delle grandi occasioni, più di 1.600 rappresentanti della categoria intervenuti da tutta Italia, e la risposta della politica, forse mai così presente, non è stata da meno. Il leit motiv, dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (che ha inviato un video messaggio) ai Ministri Calderone, Fitto e Sangiuliano e i Viceministri Leo e Sisto, fino ai principali esponenti dei partiti di opposizione (Elly Schlein del Pd e Giuseppe Conte del M5s su tutti), è stato sempre lo stesso: “I commercialisti sono una fondamentale cinghia di trasmissione tra contribuenti e istituzioni, e hanno le competenze per aiutare il decisore politico nella definizione delle norme”.

Frasi già ripetute in altre occasioni ma, almeno a sentire il Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio, la sensazione è che questa volta non si tratti solo di parole: “Oggi – ha detto dal palco della «Nuvola» – le istituzioni ci ascoltano molto. I commercialisti sono entrati in gioco e i risultati si vedono”.

Sintomatica, in questo senso, proprio l’apertura sul fronte della limitazione delle responsabilità del collegio sindacale, che i commercialisti chiedevano da tempo e che è stata confermata anche da Francesco Paolo Sisto. Il Viceministro alla Giustizia ha annunciato l’avvio in tempi brevi di un tavolo sulla riforma dei reati fallimentari, che dovrà muoversi su binari ben precisi: premiare chi fa più prevenzione, rafforzare il nesso di causalità (“Solo chi ha materialmente provocato il dissesto deve andare incontro alla sanzione”), evitare “distanze temporali abissali” tra il dissesto e il fatto che lo ha provocato, limitare il dolo eventuale che spesso è imputato al professionista, che “deve rispondere solo di quello che ha fatto e non di quello che qualcuno dice che avrebbe dovuto fare”.

Nella direzione auspicata dai commercialisti va anche l’idea di eliminare l’IRAP sugli studi associati e ridurre gli obblighi antiriciclaggio, “pur nella consapevolezza – ha sottolineato Mantovano – che è una disciplina europea che offre pochi margini di manovra”.

C’è poi quella che de Nuccio ha definito “la madre di tutte le riforme”, la riforma fiscale. La legge delega “ha recepito tante delle proposte avanzate dai commercialisti”, ma adesso si tratta di “mettere a terra” quei principi attraverso i decreti attuativi. “Sulle risorse – ha spiegato il Viceministro all’Economia, Maurizio Leo – aspettiamo la nota di aggiornamento al DEF, ma sui procedimenti si può intervenire già da subito”.

Per ciò che riguarda la semplificazione, dalla “razionalizzazione del calendario fiscale” (con la riduzione degli adempimenti di agosto e dicembre) allo “sfoltimento dei 226 crediti d’imposta attualmente presenti”, Leo annuncia l’arrivo dei primi decreti legislativi “già a settembre”, mentre per gennaio 2024 dovrebbero essere licenziati i Testi unici sulle singole imposte.

C’è poi la ripresa del tavolo sul lavoro autonomo, che la Ministra del Lavoro Calderone ha annunciato di voler riconvocare a breve, con l’obiettivo di portare a compimento il percorso del “Jobs act degli autonomi” e attuare in concreto il principio di sussidiarietà dei professionisti nei confronti della Pubblica Amministrazione. Senza dimenticare “l’attualizzazione dei compensi dei revisori degli enti locali”, di cui ha parlato il Sottosegretario all’interno, Emanuele Prisco.

Su altri temi, invece, i commercialisti aspettano ancora risposte. Su tutti, gli incentivi alle aggregazioni professionali, che, secondo de Nuccio, sono “il principale strumento, assieme alle specializzazioni, per contrastare la perdita di appeal delle professioni nel loro complesso”. Ma anche lo stop alla proliferazione di albi ed elenchi, che “sembra essere un po’ sfuggita di mano. Bisogna riportare tutto – ha sottolineato – sotto il cappello del sistema ordinistico, riconoscendo l’equipollenza dei percorsi formativi e riducendo la quantità di ore da riservare alla formazione”.

Una battaglia, quest’ultima, su cui le professioni sono intenzionate a fare fronte comune. Prova ne sia la presenza, agli Stati generali, di Francesco Greco, Giulio Biino e Rosario De Luca, rispettivamente Presidenti di avvocati, notai e consulenti dei lavoro, tutti pronti a ricominciare un percorso unitario di rappresentanza a tutela delle professioni.

Ma l’assemblea di ieri è stata anche quella del ricordo di Nicoletta Golisano, Fabiana De Angelis e Antonio Novati, i commercialisti che negli ultimi mesi hanno perso la vita nello svolgimento delle loro funzioni. Con la voce rotta dall’emozione, il Presidente de Nuccio ha annunciato l’istituzione di tre borse di studio e consegnato delle targhe commemorative ai parenti delle tre vittime. Una cerimonia “dovuta”, anche per restituire il senso di appartenenza a una comunità che proprio in questi frangenti diventa più forte.

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